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“Tutti possediamo una costellazione del lutto in cui le stelle sono persone ammazzate da Cosa Nostra”. Davide Enia, scrittore, drammaturgo, interprete e regista palermitano, artista dal 2024 in produzione al CSS, approda venerdì 28 febbraio ore 20.45 al Teatro Pasolini di Cervignano del Friuli – con il suo nuovo Autoritratto, frutto di una coproduzione CSS, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Accademia Perduta Romagna Teatri, Festival dei Due Mondi con il patrocinio della Fondazione Falcone.

19 luglio 1992. Cinquantasette giorni dopo l’uccisione di Giovanni Falcone, un’autobomba esplode in via D’Amelio, muoiono il giudice Paolo Borsellino e i cinque membri della scorta.  A 33 anni dalle stragi mafiose, Davide Enia – accompagnato dalla chitarra e dalla voce dal vivo del musicista Giulio Barocchieri – traccia «un Autoritratto intimo e collettivo» di una comunità costretta a convivere con la continua epifania del male.

Intrecciando cunto e parole, corpo e dialetto, Autoritratto è un memoriale, un’orazione civile, una interrogazione linguistica, un processo di analisi personale e condiviso, e quindi al contempo intimo e collettivo.
Gli strumenti linguistici per affrontare questo nuovo lavoro, spiega l’attore, “sono quelli propri della mia terra: il cunto e l’abbaniata, il canto dei vecchi venditori, che contestualizza già una geografia precisa del mondo; l’utilizzo del corpo in uno spazio vuoto, che permette la ricostruzione dell’immaginario”

“Io non ho nessun ricordo del 23 maggio 1992. – racconta Davide Enia –  Non ricordo dove fossi, con chi, quando e dove ho appreso la notizia della bomba in autostrada che ha ucciso il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e alcuni agenti della scorta. I miei parenti, i miei amici, i miei compagni, tutte le persone che conosco hanno un chiaro ricordo di quel giorno. Io ho un vuoto che non si riempie. Le mie difese emotive hanno operato una rimozione tanto profonda quanto dolorosa. Ma non è la rimozione una degli effetti della nevrosi? In Sicilia praticamente tutti abbiamo avuto, almeno fino alle stragi, un rapporto di pura nevrosi con Cosa Nostra. È un discorso che ha a che fare con la coscienza collettiva condivisa, con la pratica del quotidiano, con strutture di pensiero millenarie. Per diverse ragioni, da noi la mafia è stata minimizzata, sottostimata, banalizzata, rimossa o, al contrario, mitizzata. Ovvero: non è mai stata affrontata per quello che è. E, a questo sfocamento dell’oggetto da studiare, è corrisposta una inconscia introiezione di quelle identiche modalità di comportamento, stesse pratiche, simili scatti emotivi. In una culla culturale in cui «’a megghiu parola è chìdda ca ‘un si dice”», la miglior parola è quella non detta, che si configura come prima soglia dell’omertà, affrontare per davvero Cosa Nostra significa iniziare un processo di autoanalisi. Non volere quindi capire in assoluto la mafia in sé, quanto cercare di comprendere la mafia in me.
Questo nuovo lavoro è una tragedia, una orazione civile, un processo di autoanalisi personale e condiviso, un confronto con lo Stato, una serie di domande a Dio in persona. Per questo, questo lavoro è un autoritratto al contempo intimo e collettivo.” conclude il drammaturgo palerminato.

BIOGRAFIA:
Davide Enia (Palermo, 1974) è autore, regista e interprete degli spettacoli «Italia-Brasile 3 a 2» (2002), «maggio ’43» (2004), «L’abisso» (2018), con i quali vince i più importanti premi di teatro italiani (premio UBU, premio Tondelli, premio ETI, premio Mezzogiorno, premio Hystrio, Premio Maschere del Teatro, premio Gassman).
«Così in terra» (2012) è il primo romanzo, con cui vince il Prix du Premier Roman Etranger e il Prix Brignoles come miglior romanzo straniero in Francia.  Con il secondo romanzo, «Appunti per un naufragio» (2017) vince il Premio Mondello, il Premio Mondello Giovani e il Premio Super Mondello.
È artista associato al Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, dove mette in scena a giugno 2023 «Eleusi», rito teatrale di ventiquattr’ore che coinvolge oltre seicento persone, tra performer e cantanti di cori sacri.
I suoi testi sono tradotti in più di 16 lingue e rappresentati in diversi paesi europei. «Autoritratto» (2024) è il suo nuovo lavoro in teatro.

Per informazioni contattare la biglietteria del Teatro Pasolini aperta martedì, mercoledì, venerdì dalle ore 16 alle ore 18, giovedì e sabato dalle ore 10 alle ore 12.  tel. 0431 370273 – biglietteria@teatropasolini.it www.teatropasolini.it