Noche tanguera
Tango: danza, musica, canto, atmosfere di sublime eleganza e sensualità. Per l’inaugurazione della nuova stagione, il palcoscenico del Teatro Pasolini si trasforma per una sera in una milonga, come fossimo a Buenos Aires.
tel. +39 0431 370273 – info@teatropasolini.it
Tango: danza, musica, canto, atmosfere di sublime eleganza e sensualità. Per l’inaugurazione della nuova stagione, il palcoscenico del Teatro Pasolini si trasforma per una sera in una milonga, come fossimo a Buenos Aires.
Tratta dal romanzo autobiografico dello scrittore newyorkese Paul Auster, L’invenzione della solitudine riconsegna al palcoscenico Giuseppe Battiston, dopo tanti ruoli e progetti cinematografici
Dalla Vedova Allegra alla Duchessa del Bal Tabarin, dal Cavallino Bianco a Cin-Ci-Là, le arie più note del repertorio operettistico nell’interpretazione della Compagnia Teatro Musica Novecento.
Un jazz affilato e di improvvisazione d’altissimo livello è quello del trio del contrabbassista Paolino Dalla Porta (strumentista di respiro internazionale, che ha suonato tra gli altri con Dave Liebman, Lester Bowie, Michel Petrucciani, Kenny Wheeler, Billy Cobham) con lui: Dario Carnovale al pianoforte e Luca Colussi alla batteria
20 Decibel è un'esplosione di fantasia, libertà e bellezza. Attraverso il linguaggio spettacolare del circo-teatro chi siede in platea si immerge in un viaggio emozionale dove acrobazie aeree, colpi di pistola, danze e giocolerie si intrecciano con la poesia delle immagini e dei suoni.
Il pluripremiato Coro Polifonico di Ruda diretto da Fabiana Noro, propone a Cervignano un programma dedicato alla cultura della montagna: i Canti rocciosi - per coro maschile e orchestra d’archi - di Giovanni Sollima e alcuni esempi di folclore ‘dotto’ tratti dalla produzione regionale.
In Stand Up Balasso non aspettatevi un filo conduttore unico, non c’è una storia unica, solo tanta comicità, giochi di parole e ragionamenti surreali, tirate indignate contro il mondo ed esilaranti interpretazioni dei difetti di tutti.
L’Origine del mondo. Ritratto di un interno è uno spettacolo-rivelazione che ha vinto ben tre Premi Ubu 2012, che cattura e porta in un mondo fatto di elucubrazioni e quotidiano: una famiglia che ha l’abitudine di scandagliare il reale mentre mangia, chiacchiera, si veste
L’accostamento è, sulla carta, dei più improbabili: da una parte un violoncello e un pianoforte, strumenti intrisi di tradizione eurocolta, dall’altra la voce, lo xalam (liuto), il Kongoma e la M'bira (due delle infinite varianti africane della famiglia dei lamellofoni) che arrivano dalla tradizione Wolof del Senegal. Il risultato è una musica che travalica tutti gli steccati stilistici, pescando dal jazz, dalla musica africana, persino dalla musica classica, ma fondendoli in un ibrido che è molto più della somma delle sue parti.
Sarah Jane Morris è passata dal pop dei Communards al repertorio di Brecht e Weill con la Royal Liverpool Philarmonic Orchestra, dal jazz alla canzone d’autore. Ha saputo imporsi con uno stile sofisticato e con produzioni importanti che nel tempo hanno spaziato dal pop al blues, fino al jazz. Dal 2012 collabora con il virtuoso Antonio Forcione che incarna talento, passione e d'una spasmodica ferocia nel riuscire con determinazione a cavar fuori dalla chitarra ogni suono o emozione possibile.
Con l’inconfondibile leggerezza delle commedie del celebre trio del Teatro Incerto, Predis è soprattutto omaggio a quei preti che si trovano a vivere le loro piccole grandi battaglie nella solitudine e nell'indifferenza, dimenticati e derisi da un mondo che, come diceva David Maria Turoldo, “non perdona ai sacerdoti”.
Di jerbas e di suns è uno spettacolo di teatro-canzone, che ripropone le canzoni di Cjamp dai pierduts amôrs, il secondo album del Povolâr Ensemble datato 1983. L’ensemble dei musicisti entra dritto nel merito, scava in profondità nei testi di Giorgio Ferigo e viaggia nel cuore della musica del Povolâr. A intrecciare musica e narrazione sono le voci recitanti, che accompagnano gli spettatori alla scoperta di Giorgio Ferigo e della sua delicata ed intensa "Spoon River cjargnela", andando a rintracciare tra le vecchie lapidi del cimitero di San Giorgio di Comeglians storie di vita quotidiana e ordinarie vicende di oppressione e lacerazione esistenziale.
Argante, il protagonista de Il Malato immaginario, lo sostiene con convinzione: “vivere è essere malati”! A lui non interessa la guarigione, ma quel mistero che i medici, con la loro presenza, le loro cure, le loro formule in latino gli promettono.
Miniere racconta con la forza del teatro e il respiro della musica la storia di una comunità di minatori in un piccolo paese sperduto tra le montagne, Cave del Predil.
di Antonio Rezza Flavia Mastrella, Pitecus racconta storie di una moltitudine di personaggi, un andirivieni di gente che vive in un microcosmo disordinato
performance teatrale realizzata con gli ospiti del Centro Accoglienza Richiedenti Asilo di Gradisca d’Isonzo, a cura di Riccardo Vannuccini e Elisa Menon