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con Sara Allevi, Francesca Botti, Marie Coutance, Matteo Cremon, Michele Mori, Stefano Rota, Pierdomenico Simone, Maria Luisa Zaltron, Marco Zoppellosoggetto originale e regia Marco Zoppello
scenografia Alberto Nonnato
costumi Licia Lucchese
disegno luci Matteo Pozzobon e Paolo Pollo Rodighiero
maschere Stefano Perocco di Meduna
duelli Massimiliano Cutrera
consulenza musicale Ilaria Fantin
trucco e parrucco Carolina Cubria
produzione Stivalaccio Teatro / Teatro Stabile del Veneto / Teatro Stabile di Bolzano / Teatro Stabile di Verona
Venerdì 17 marzo la giovane compagnia Stivalaccio Teatro porta al Teatro Pasolini di Cervignano un grande omaggio alla Commedia dell’Arte e all’abilità tutta italiana del fare di necessità virtù. Arlecchino muto per spavento è uno spettacolo ritmato e fresco, con le sue maschere, i giochi comici, le invenzioni sceniche, il divertimento tutto popolare che scaturisce da proverbi e massime di buon senso comune. Uno spettacolo in cui l’amore, la paura e il dramma si mescolano, celati dalle smorfie delle maschere e dall’abilità dei nove infaticabili interpreti, abilissimi nel maneggiare gli strumenti della commedia dell’arte: la recitazione, il canto, la danza, il combattimento scenico, i lazzi e l’improvvisazione.
La trama è quella “classica” della Commedia dell’Arte, con un amore contrastato e i lazzi e le improvvisazioni lasciate ai personaggi e alle maschere che portano in scena. Qui il giovane Lelio, lasciata Venezia e giunto a Milano, pretende sia fatta giustizia. Nella sua patria si è follemente innamorato di Flaminia, figlia di Pantalone De’ Bisognosi, ampiamente ricambiato. Ma il padre della giovane l’ha già promessa in sposa a Mario, figlio di Stramonia Lanternani, mercantessa di stoffe, anche se il timido Mario ama Silvia, giovane risoluta e determinata. Ecco il motivo della venuta di Lelio a Milano: ricondurre alla ragione Mario e la madre Stramonia o, alla peggio, sfidare il giovane a duello. La notizia avrebbe dovuto rimanere nascosta, ma Arlecchino, servitore di Lelio, appena giunto in città la diffonde ad ogni anima viva incontrata. Per ridurlo al silenzio il suo padrone gli gioca un tranello: finge che un demonio sia imprigionato nel proprio anello e, se Arlecchino parlerà, il demonio glielo rivelerà ed il servitore sarà decapitato. Arlecchino decide dunque di chiudersi in un religioso silenzio, diventando muto… per spavento!