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dai 5 ai 7 anni – scuola dell’infanzia e primaria
durata: 55’
teatro d’ombre, teatro su nero
Caro Lupo // TRAILER from Drogheria Rebelot on Vimeo.
«Caro Lupo…» è l’inizio di una lettera che ha il sapore di una fiaba.
C’è una piccola casa in mezzo ad un grande bosco. La neve regala alla notte un silenzio sospeso, mentre le stelle abitano un limpido cielo invernale.
In quella casetta vecchia e sgangherata, si sono appena trasferiti la mamma, il papà e la piccola Jolie.
Jolie è una bambina con una fervida immaginazione che la porta ad inventare milioni di storie, tanto che anche lei, ogni tanto, si interroga sul confine labile tra realtà e finzione. È curiosa, coraggiosa, intraprendente, le piacciono le stelle, il suo inseparabile orso di pezza Boh e le cose che fanno un po’ paura.
I suoi genitori non le credono quando Jolie si accorge di una presenza insolita, una creatura del bosco che la affascina e contemporaneamente, la terrorizza. E quando Boh scompare, Jolie sente un coraggio inarrestabile, quel coraggio che solo l’Amore sa regalarci. E decide di partire, di andare alla ricerca di Boh, verso l’ignoto, si addentra nel bosco, incontra i suoi abitanti, si imbatte in ombre scure, scopre paesaggi incantati, e quando pensa di essersi perduta per sempre, Nonno Nodo e Nonna Corteccia le regaleranno la chiave per affrontare la paura. Perché tutti abbiamo paura, e, a volte, essa si può addomesticare, se le guardiamo da vicino, se la attraversiamo, sa diventare piccola e preziosa.
La nostra ricerca parte proprio da qui: quanto possono apparire spaventose le cose che non conosciamo? Quanto riusciamo a ridimensionare la paura se facciamo un passo verso di lei? Quanto può essere salvifica e quanto può essere distruttiva se ci attanaglia senza via di fuga?
Il linguaggio della fiaba diviene il nostro mezzo, il Lupo è archetipo che da sempre simboleggia il sentimento della paura. La protagonista è una bambina, Jolie, con cui i nostri piccoli spettatori e le nostre piccole spettatrici potranno empatizzare e in cui potranno immedesimarsi come se vivessero la favola in prima persona. Proveranno paura con lei, per lei ed insieme a lei la supereranno.
Il nostro desiderio è quello di far dialogare il linguaggio del teatro delle ombre con quello del teatro su nero.
La scelta del linguaggio del teatro d’ombre è determinata dalla sua intrinseca natura evanescente e misteriosa. L’ombra è qualcosa che vediamo ma che non possiamo toccare e sulla quale non possiamo agire: l’ombra rappresenta così la paura stessa.
Il teatro su nero è un linguaggio profondamente immaginifico dove l’applicazione di un taglio di luce permette l’animazione di oggetti, materiali e pupazzi rendendo gli animatori completamente invisibili. Il nero ci permette di inscenare un mondo magico dove reale ed irreale si confondono.