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4 novembre 1998 ore 21
di Sofia Prokofeva
regia Carlo Mazzacurati
con Marco Messeri e Delia Boccardo
una produzione Arena del Sole – Nuova Scena
Un appartamento in penombra, nel cuore di una grande città. Una donna siede sola a tavola. Poi, una chiave nella porta avverte il rincasare di un uomo. La donna ha un sussulto e la sua meraviglia rivela che si tratta di un marito che da tempo non lo è più, I due sono divorziati, ma il loro legame in qualche modo prosegue. Non certo in maniera serena: lei si difende, ma senza arginare le incursioni, sempre più coercitive, del suo ex, che conserva addirittura le chiavi del suo appartamento e va e viene come se nulla fosse cambiato. E’ questo l’inizio, sorprendente e spiazzante di Conversazioni senza testimoni, una commedia del nostro tempo che come poche altre a teatro vuole indagare con sottigliezza e spessore sul mistero sottinteso ad ogni amore che nasce e che muore. Scritto negli anni Settanta da una scrittrice moscovita, Sofia Prokofeva, arriva ora sulle scene italiane per segnare il debutto alla regia teatrale di Mazzacurati, uno dei più interessanti protagonisti della rinascita del nuovo cinema italiano. Dopo aver diretto film come Notte italiana, Il prete bello, Il faro (Leone d’argento a Venezia), Vesna va veloce (debutto cinematografico di Antonio Albanese) fino a L’estate di Davide (presentato al Festival di Locarno), Carlo Mazzacurati si avvicina per la prima volta al linguaggio della scena con questa piccola opera da camera per due protagonisti, assolutamente in linea con il suo cinema dai toni defilati, sottili e sfumati.
“Circa nove anni fa, a un’ora tarda – spiega Mazzacurati – mi capitò di vedere in televisione un film.
Era di Nikita Michalkov e in Italia non era mia uscito al cinema. Ne rimasi folgorato: raramente mi è capitato di provare un ‘emozione così forte (a mio parere il più bel film del regista russo). Senza testimoni, questo è il titolo del film, è interamente ambientato all’interno di un appartamento, e ha come protagonisti un uomo e una donna. Parla della vita vera, del tempo che se ne va, della nostalgia, dei compromessi, del dolore, ma anche della speranza nel futuro e soprattutto dell’amore.
Alcuni anni dopo un’amica mi telefonò e mi disse che aveva trovato il testo teatrale da cui questo film aveva tratto ispirazione. Il titolo della pièce era Conversazione senza testimone, ed era stato scritto negli anni Settanta da una donna: Sof’ja Prokof’eva. Allora pensai che se un giorno mi fossi deciso a fare qualcosa per il teatro, sicuramente avrei dovuto portare in scena quel testo. ”
Nel passare dal cinema al teatro, Mazzacurati porta con sé sulla scena uno dei suoi inseparabili attori, Marco Messeri, che dà corpo al protagonista maschile con la forza dei suoi toni crudeli, nevrotici, ossessivi. Gli fa da controvoce, con dolcezza e decisione, Delia Boccardo, che regala al suo personaggio la verità di una donna intimamente ferita ma ancora in grado di reagire con dignità.