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Sabato 1 e domenica 2 febbraio ore 18.00 e 20.45
INGRESSO: Intero 7,00 euro Ridotto 5,00
L’ABBAGLIO
Italia, 2024, 131’
di Roberto Andò
con Toni Servillo, Salvo Ficarra, Valentino Picone
1860. Giuseppe Garibaldi inizia da Quarto l’avventura dei Mille circondato dall’entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia, e con il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali si nota un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini. Tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò, un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, un illusionista. Sbarcati in Sicilia, a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, di cui è subito evidente la preponderanza numerica. In queste condizioni, per il generale appare pressoché impossibile far breccia nella difesa nemica e penetrare a Palermo. Ma quando è quasi costretto ad arretrare, Garibaldi escogita un piano ingegnoso. Affida una manovra diversiva al colonnello Orsini, che mette in piedi una colonna di feriti con uno sparuto gruppetto di militi, cui viene affidato il delicatissimo compito di far credere a Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero dell’esercito regio, che il generale stia battendo in ritirata all’interno dell’isola. Inizia così una partita a scacchi giocata sul filo dell’imponderabile, il cui esito finale sarà paradossale e sorprendente.
Note di regia
“L’abbaglio” è ispirato a una vicenda storica reale, debitamente rielaborata dalla fantasia.
Si svolge nel 1860 e segue, in modo sintetico, gli accadimenti della spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi. Si parte dal grande raduno di Quarto dove convennero da tutte le regioni d’Italia giovani idealisti e patrioti e si arriva in Sicilia, a Marsala, dove avvenne lo sbarco, e iniziò lo scontro con l’esercito borbonico. Nonostante l’avvio travolgente dei primi combattimenti – vedi l’insperata vittoria di Calatafimi – il problema con cui si trovò subito a fare i conti Garibaldi fu la disparità numerica delle forze in campo e la conseguente difficoltà a far breccia nella difesa di Palermo, ben presidiata dalle truppe nemiche. Ma il Generale era uno stratega dell’improvvisazione, allenato alle avventurose imprese combattute in America del sud. E mise in atto una geniale diversione. Servendosi di uno dei suoi uomini migliori, un palermitano, il colonnello Vincenzo Giordano Orsini, Garibaldi radunò una colonna formata da feriti e da un manipolo di militi raccogliticci, cui fu affidato il delicatissimo compito di far credere all’esercito dei Borboni, guidato dal tenente-colonnello svizzero Jean Luc Von Mechel, che i Mille, e il loro generale, stessero
battendo in ritirata verso l’interno dell’isola. La manovra, grazie all’abilità di Orsini, ebbe successo e Garibaldi poté conquistare Palermo. Questa vicenda è rimasta a lungo nell’ombra, nonostante siano apparsi alcuni saggi storici che ne approfondiscono i dettagli. Suscitò anche l’interesse di Leonardo Sciascia, che nel 1963 gli dedicò un racconto dal titolo Il silenzio, rimasto inedito e solo di recente dato alle stampe da Adelphi nella raccolta postuma “Il fuoco nel mare”.