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Lunedì 9 dicembre alle ore 21
INGRESSO: Intero 7,00 euro Ridotto 5,00
NAPOLI – NEW YORK
Italia, 2024 – 124’
di Gabriele Salvatores
con Pierfrancesco Favino, Dea Lanzaro, Antonio Guerra, Omar Benson Miller, Anna Ammirati, Anna Lucia Pierro, Tomas Arana, Antonio Catania
Nell’immediato dopoguerra, tra le macerie di una Napoli piegata dalla miseria, i piccoli Carmine e Celestina tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda. Una notte, s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina emigrata mesi prima. I due bambini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America e sbarcano in una metropoli sconosciuta, che dopo numerose peripezie, impareranno a chiamare casa.
NOTE DI REGIA
Già solo il fatto di essere venuto in possesso di una storia scritta da Federico Fellini e Tullio Pinelli, di cui si sapeva poco o niente, mi è sembrato meraviglioso. Quando poi ho letto questo “trattamento-sceneggiatura” di circa 80 pagine, la meraviglia è diventata desiderio e spinta creativa. È una bellissima storia ambientata alla fine degli anni ’40 a Napoli, poi su un piroscafo in viaggio per New York e infine nella grande metropoli americana.
I protagonisti sono due scugnizzi napoletani, Carmine e Celestina, rispettivamente di 12 e 9 anni, senza famiglia né domicilio stabile, che si imbarcano come clandestini per andare in America a raggiungere la sorella della bambina e cercare una nuova vita.
Il viaggio, l’altrove, la solidarietà sono temi che ho spesso trattato nei miei film. Ho anche spesso lavorato con i bambini ed è una cosa che mi ha sempre dato gioia. I bambini non “recitano”, vivono davvero quello che stanno facendo in un “gioco” molto serio. Non è un caso che in inglese o francese “recitare” si dica “to play” o “jouer”: giocare!
Mi sono trovato davanti a una storia avventurosa, divertente, commovente che ci racconta, tra l’altro, come una volta eravamo noi i “migranti”, gli “stranieri”, i “diversi” (un tema molto attuale!). Ci sono due bambini napoletani come me (sono nato lì solo un anno dopo quello in cui è ambientata la storia), c’è il tema del viaggio, del cambiamento, il problema di diventare adulti… il tutto scritto da Fellini e Pinelli. Come fare a non lasciarsi coinvolgere? […]
Soprattutto, in un momento come quello in cui stiamo vivendo, pervaso da egoismo, indifferenza, diffidenza, rabbia e addirittura odio, mi sembrava bello fare un film che parlasse di solidarietà, accoglienza, sogni e speranze e, in fin dei conti, di amore.
E il fatto che un frammento d’arte cinematografica creato da due Maestri del passato, venga raccolto oggi da noi, eredi di quel Cinema, e fatto rivivere… lo trovo bello e, se mi permettete, commovente.
Gabriele Salvatores