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Musiche e parole poste in scena per rendere omaggio alla visione profetica di PP Pasolini che seppe, già dalla metà del secolo scorso, delineare come nemico dell’umano il soggetto “borghese”, espressione suadente, e al tempo stesso violenta, dei valori del consumo, falsi e alienanti della nostra società. Si è compiuto un vero e proprio genocidio culturale in nome dello sviluppo. Il borghese (più in generale la massa omologata) continua a ostentare, nel parossismo di forme gloriosamente ipocrite, dissipazione, benessere e privilegio a servizio dello svago.
Dal testo di Turchini e dal tessuto musicale di Cojaniz, intrecciati nella originale regia di Zoratti, emerge una rappresentazione dell’uomo d’oggi che a fatica può essere definito “moderno” in quanto individualistica incarnazione di stili di vita (o di morte?) corrosi da mediocrità, indifferenza ed egoismo. È il retaggio di una ideologia perdurante, incontrastata, appiattita sulla logica del profitto e dell’immagine. Pasolini seppe definirla e denunciarla profeticamente con straordinaria lucidità nei suoi lavori, vitalmente portato a squarciare l’opacità del silenzio, sino alla grandiosità della poesia, sino al grido d’angoscia che culmina nel finale di “Teorema”. Un grido di disperazione e solitudine.
Una produzione Euritmica per il progetto 100×100 Pasolini – Prima assoluta
Stagione di Musica 2022/2023 a cura di Euritmica