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mercoledì 7 marzo 2018, ore 21
commedia con musiche liberamente ispirata all’omonimo film di Reinhold Schunzel
versione originale Giovanna Gra
regia Emanuele Gamba
con Veronica Pivetti e Giorgio Lupano
e con Pia Engleberth, Roberta Cartocci, Nicola Sorrenti
una produzione a.ArtistiAssociati / Pigra
Il mondo dello spettacolo non è sempre scintillante e quando la crisi colpisce anche gli artisti devono aguzzare l’ingegno. Ecco allora che Viktoria, talentuosa cantante disoccupata, si finge Viktor e conquista le platee… ma il suo fascino androgino scatenerà presto curiosità e sospetti. Tra battute di spirito e divertenti equivoci si legge la critica ad una società bigotta e superficiale (la nostra?) sempre pronta a giudicare dalle apparenze.
La Berlino degli Anni Trenta fa da sfondo ad una vicenda che, con leggerezza, arriva in profondità.
Veronica Pivetti si cimenta nell’insolito doppio ruolo di Viktor/Viktoria, nato sul grande schermo e per la prima volta sulle scene italiane nella sua versione originale.
LA TRAMA
Canta che ti passa’ è un detto da trincea coniato durante la prima guerra mondiale.
Purtroppo, nella Berlino degli anni ’30 non basta.
Lo sa bene Viktoria Weber, talentuosa, intraprendente e sfortunata soprano che annaspa alla disperata ricerca di una scrittura per arrivare a fine mese.
Le porte in faccia sono la routine.
Non c’è lavoro, non ci sono soldi. E l’inverno non fa sconti, con un cappotto di tela liso dagli anni.
Fra un provino e un altro sembra sempre d’incontrare le solite facce, ma in realtà, in certi casi non sembra, ma si tratta proprio della solita faccia.
Dove ieri c’era il volto di un’avvenente soubrette, oggi c’è quello di un… elegante signore! Ed è proprio andando a curiosare sotto la sua maschera che Viktoria incontra Viktor.
Attore, cantante che, all’occasione, può diventare ballerina e soubrette.
E, all’occorrenza, anche en travesti.
Del resto, cosa non si fa per vivere?
Sotto la stella della misera possono consumarsi grandi meschinità, ma anche nascere solide amicizie. Questo avviene fra Viktor e Viktoria.
Tante le cose in comune. Prima fra tutte la passione per il proprio lavoro e la voglia di arrivare e dare un calcio alla furibonda povertà.
Finché un giorno, a causa delle gelide giornate berlinesi, alle soglie di un provino che potrebbe essere la svolta, Viktor si ammala: affrontare il provino con una polmonite non è pensabile.
E così Viktoria, vestiti i panni dell’amico, decide che andrà al suo posto a sfidare la sorte.
Quarantotto ore per imparare a diventare un uomo? Dal suo letto di dolore Viktor insegna all’amica tutti gli escamotages possibili per rendersi credibile.
Viktoria è pronta. Spaventata ma decisa a tentare l’impresa.
Viktor, riconoscente e febbricitante, decide di accompagnarla.
L’avventura, ovviamente, si complica quando Viktoria deve affrontare il mondo esterno sotto mentite spoglie, ma i due vanno avanti temerari fra gags, trovate geniali e grandi interpretazioni che li colgono in comiche ed impensate situazioni.
Al provino Viktoria sfonda riscuotendo un gran successo.
Anche Viktor è incantato e, tornando a casa, fra i morsi della fame, la febbre e l’euforia, i due hanno l’illuminazione.
L’idea con la I maiuscola. La trovata che li condurrà alla svolta.
“Vuoi che finga di essere un uomo ?” domanda esaltata Viktoria all’amico entusiasta.
“Non un uomo, ma il più grande En Travesti che Berlino abbia mai visto!” replica lui.
Dopotutto, se la fame aguzza l’ingegno, l’ingegno può anche rubare la scena alla morale…
I due decidono così d’inventare il personaggio che li porterà al successo e trovano una buona idea battezzare la loro invenzione con un nome pomposo e altisonante.Così, il nobile tedesco Viktor Von Weber, il più grande e stupefacente En travesti del secolo, conquista Berlino nei panni di Viktor Viktoria.
Accade però che il ricchissimo conte tedesco Frederick Von Stein approdi in città in compagnia di un’eccentrica amica. E che nelle follie delle tumultuose notti berlinesi assista, incantato, alle prodezze della meravigliosa Viktoria, rimanendone irrimediabilmente affascinato e ipnotizzato dal memorabile colpo di scena. Quando, cioè, sfilandosi la parrucca da donna, Viktoria si rivela quale giovane blasonato tedesco dall’indiscutibile piglio virile.
Frederick è molto colpito. E’ attratto dalla fascinosa androginia di Viktor, ma l’istinto gli dice che sotto i panni del giovane Viktor Von Weber si deve nascondere una ragazza.
Indaga. Lo appura. Se ne innamora.
Intanto, Viktor e Viktoria, grazie al grande successo di lei, sono sotto lo sguardo di molti.
Entrambi si godono la vita e giurano che niente e nessuno li farà tornare indietro.
Ma forse, qualcuno c’è.
È Frederick che, coadiuvato dalla sua eccentrica e sensuale amica, sottopone Viktoria ad una serie di estenuanti, nonché esilaranti, prove che metteranno a dura prova la presunta virilità della nostra protagonista con l’ovvio intento di smascherarla.
La situazione si complica quando anche Viktoria capisce di essersi innamorata di Frederick. Ma, accidenti, nulla, nemmeno l’amore, le farà tradire Viktor, l’amico dei vecchi tempi.
Facile a dirsi… Ma a farsi?
Rivelare di essere una donna per avere l’uomo che ama?
O sostenere di essere un uomo per mantenere fede al patto con l’amico di sempre?
Viktoria si dispera, divisa fra due grandi sentimenti e l’altrettanto grande necessità di lavorare. Ma Viktor non è cieco. Da bravo amico attende la decisione di Viktoria che, dopo una serie di buffe confessioni, tentavi di coming out sotto l’occhio divertito di Frederick e dell’amica, fa marcia indietro. Rinuncia all’amore. Pur adorando il nobile conte, non può sottrarsi all’impegno preso, al patto d’amicizia.
Frederick, disperato, non può sopportarlo e annuncia la sua imminente partenza.
Nonostante il dolore, come ogni sera si va in scena.
Un addio straziante, dal palco alla platea.
Ma hanno importanza gli abiti che portiamo, se sotto quegli abiti si nascondono dei veri sentimenti?
È questo quello che succede quando la società, attraverso la morale, la censura o il biasimo, ci chiede conto della maschera sociale che indossiamo?
Eppure, talvolta, aderire ottusamente a un ruolo può voler dire perdere se stessi o le persone a cui teniamo, mentre, i valori iniqui della società fanno strazio dei nostri cuori.
Innamorarsi! Per cambiare il modo di vedere le cose bisogna innamorarsi.
Di chi, non ha proprio nessuna importanza.
Questo canta Viktoria e ce lo racconterà con i modi plateali e anticonvenzionali che le sono tipici, accompagnandoci verso un finale, totalmente originale e pieno di colpi di scena grazie all’ultima inaspettata e strabiliante performance di… Viktor Viktoria!
Giovanna Gra